La Shelf Life, o vita commerciale, è un concetto fondamentale quando si tratta di sicurezza alimentare, ma anche quando si ha a che fare con farmaci e altri prodotti soggetti a deterioramento nel tempo. La shelf life inoltre porta con sé altri due concetti, ovvero la “data di scadenza” e il “termine minimo di conservazione“, i quali hanno due significati diversi riguardo il momento in cui non si deve più assumere l’alimento, al fine di garantire la sicurezza e la qualità dei prodotti. Vediamo quindi cosa significa shelf life e le differenze tra data di scadenza e termine minimo di conservazione.
Indice dei contenuti
Shelf Life: definizione e significato
La Shelf Life si riferisce a tutto il periodo di vita di un alimento, da quando viene prodotto fino al momento del suo consumo dall’utente finale. Nel corso della shelf life il prodotto deve quindi essere conservato, distribuito e arrivare al consumo senza comprometterne la sicurezza o la qualità. Tuttavia è fisiologico e naturale che vi sia un decadimento delle proprietà organilettiche, come colore e sapore nel corso della sua “vita sullo scaffale“, e il termine di questo tempo viene quindi definito dal momento in cui il produttore non ne assicura più la sicurezza o la perdita delle caratteristiche alimentari, definendo quindi la “data di scadenza” o il “termine minimo di conservazione“. Questa decisione avviene tramite test di laboratorio, e come anticipato prima, si applica a una vasta gamma di prodotti, non soltanto alimenti, ma anche ad esempio i farmaci. La gestione della shelf life è quindi cruciale per garantire che i consumatori ricevano prodotti sicuri ed efficaci.
Shelf Life Primaria e Secondaria
Esiste inoltre un’ulteriore distinzione, ovvero la Shelf Life può essere distinta tra primaria e secondaria. La Shelf Life primaria si riferisce al periodo durante il quale un prodotto ancora confezionato conserva le sue caratteristiche a patto di osservarne una adeguata conservazione. La Shelf Life secondaria invece indica il periodo in cui il prodotto è ancora consumabile dopo l’apertura della confezione, senza subire alterazioni critiche.
Data di Scadenza e Termine Minimo di Conservazione, le differenze fondamentali
La data di scadenza indica l’ultimo giorno entro il quale un prodotto deve essere consumato per garantirne la sicurezza alimentare, ed è solitamente espresso sulle confezioni con la dicitura “Da consumare entro“.
Al contrario, il termine minimo di conservazione indica il periodo durante il quale un prodotto mantiene le sue proprietà specifiche, come sapore e consistenza, ma che può comunque essere consumato ancora per qualche giorno una volta superata tale data senza che questo comporti un rischio per la salute. Solitamente viene utilizzata la dicitura: “Da consumarsi preferibilmente entro“. Nel caso in cui troviate indicato soltanto il mese e l’anno, si intende l’ultimo giorno del mese indicato: ad esempio la dicitura “03/2024” indica il 31 Marzo 2024.
Data di scadenza degli alimenti: entro quanto si possono consumare
La data di scadenza per gli alimenti è importante per garantire la sicurezza del consumatore, e per questo motivo è regolamentata da una normativa che prevede una chiarezza delle etichette e requisiti da rispettare, oltre che dall’HACCP. Ad esempio, le uova devono riportare una data di scadenza obbligatoria, essendo un alimento facilmente deperibile.
Bisogna però fare attenzione anche ad evitare lo spreco alimentare, magari buttando alimenti che hanno sì superato il termine minimo di conservazione, ma che sono ancora buoni da essere consumati anche se non nel pieno della loro freschezza. Per evitare sprechi ma anche rischi, ecco alcuni consigli del Banco Alimentare sul consumo degli alimenti dopo il termine minimo di conservazione e a cosa fare attenzione per preservare la sicurezza alimentare:
- pane confezionato (pan carrè, pane a fette) – 7 giorni, ma attenzione a muffa o insetti
- acqua in bottiglia – 12 mesi, attenzione a intorbidimento e gusto alterato
- salumi crudi o cotti – 2 mesi, attenzione a muffa, irrancidimento della parte grassa, perdita delle caratteristiche tipiche del salume
- salumi a fette confezionati – 1 mese, ma attenzione a confezioni non integre, muffa e alterazione del colore, odore e consistenza
- confetture e conserve – 1 o 2 mesi, attenzione a rigonfiamenti, muffe e confezioni non integre
- bevande (anche UHT) – 6 mesi, controllate l’alterazione di gusto, colore e odore, se vi sono sedimenti e le confezioni non integre o alterate
- surgelati (verdure, pesce, gelati, etc) – 1 o 2 mesi, ma evitate quelli con cristalli di ghiaccio o bruciature da freddo
- liofilizzati in polvere (latte, orzo, ed esclusi prodotti per prima infanzia) – 6 mesi, ma gettate i prodotti con muffe o insetti e confezioni non integre
- salse, spezie ed erbe aromatiche (maionese, ketchup, senape, etc) – 6 mesi, attenzione a muffe, insetti e confezioni non integre
- uova in guscio (da conservare in frigo e consumare solo cotte) – 7 giorni, ma buttatele in caso di cattivo odore, crepe nel guscio o cambiamento di consistenza o colore del tuorlo
- pasta secca, riso, cous cous, farine e semola (compresi biscotti, muesli, cereali da colazione, cracker, grissini, etc) – 1 o 2 mesi, attenzione a muffe, insetti e confezioni alterate
- dolci confezionati (come merendine e altri prodotti dolciari) – 1 o 2 mesi, ma sempre attenzione a muffe e insetti
- farine e cereali – 1 o 2 mesi, escludendo sempre la presenza di muffe e insetti o confezioni compromesse
- caffè macinato, cacao, the e infusi – 12 mesi, salvo muffe e insetti
- olii e grassi – 12 mesi, ma smaltiteli come previsto dalla raccolta differenziata nel caso in cui ci siano muffe ma anche segni di irrancidimento
- conserve sott’olio (tonno, carciofi, funghi, etc) – 12 mesi, ma prestate attenzione in caso di fermentazione (ovvero se ci sono bollicine di gas), rigonfiamenti della confezione, muffe o se la confezione non è integra.
Approfondimento: Contaminazione delle uova: come preservare la sicurezza alimentare
Per preservare la sicurezza alimentare e non solo, è quindi importante fare sempre attenzione alla Shelf Life di un alimento, ma anche avere ben chiara la differenza tra la data di scadenza e il termine minimo di conservazione in modo da poter utilizzare sì prodotti sicuri e di alta qualità, ma anche evitare sprechi alimentari buttando via alimenti che invece possono ancora essere consumati.
Fonti:
Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie– Shelf Life
Banco Alimentare